È un grande onore per il Bif&st la disponibilità espressa dal regista e sceneggiatore tedesco Volker Schlöndorff ad assumere il ruolo di presidente operativo della 14.a edizione del festival di Bari, i cui presidenti onorari sono i registi e sceneggiatori Ettore Scola e Margarethe von Trotta.

Volker Schlöndorff (d’ora in poi V. S.) è nato a Wiesbaden il 31 marzo 1939. Da studente partecipò nel 1956 a un programma di scambio studentesco con la Francia e, invece dei due mesi previsti, vi rimase per dieci anni. Nel 1959 conseguì il baccalauréat a Parigi (con il regista Bertrand Tavernier, uno dei suoi compagni di classe). Dopo aver ottenuto anche il diploma di scuola tedesca a Francoforte, tornò a Parigi dove si laureò in scienze politiche. Successivamente si iscrisse all’Institut des Hautes Etudes Cinématographiques (IDHEC) di Parigi dove studiò con Louis Malle, divenuto con Tavernier suo intimo amico.

Nel 1960 V. S. girò il suo primo cortometraggio Wen kümmert’s. Più o meno nello stesso periodo, iniziò a lavorare come stagista e assistente alla regia in produzioni di registi francesi emergenti e già famosi come Malle, Jean-Pierre Melville e Alain Resnais.

Nel 1964 ricevette una borsa di studio di 20.000 marchi tedeschi per la sua prima sceneggiatura, I turbamenti del giovane Törless, adattamento del romanzo di Robert Musil. Dopo aver assistito Louis Malle durante le riprese di Viva Maria in Messico, iniziò la produzione del Giovane Törless nell’inverno del 1965. Un debutto che si rivelò un successo di critica, ottenendo tre importanti premi del cinema tedesco (per il miglior film, la migliore regia e la migliore sceneggiatura), e considerato oggi il primo successo internazionale del movimento Unger Deutscher Film, il Nuovo cinema tedesco. Girò il suo secondo lungometraggio Vivi ma non uccidere (1967) a colori, cosa allotra insolita per un giovane regista, cui seguì nel 1968 la coproduzione La spietata legge del ribelle.

  1. S. lavorò poi a Baal (1970), un adattamento per la televisione della Germania occidentale della prima opera teatrale di Bertolt Brecht, scegliendo Rainer Werner Fassbinder per il ruolo principale insieme a Margarethe von Trotta che Schlöndorff avrebbe sposato nel 1971. Realizzò in seguito un altro film per la Tv, L’improvvisa ricchezza della povera gente di Kombach (1971), sempre con Fassbinder. La morale di Ruth Halbfass (1972) fu interpretato dalla von Trotta che avrebbe poi recitato anche nel successivo film di V. S., Fuoco di paglia (1972), da lei co-sceneggiato, «un penetrante ritratto della condizione femminile, sostenuto con partecipazione e humour dall’interpretazione della von Trotta… riflessione militante sull’alienazione borghese e sul ruolo repressivo della famiglia» (P. Mereghetti).

Nel 1969 V. S. e il collega regista Peter Fleischmann fondarono la società di produzione Hallelujah-Film a Monaco di Baviera. E nel 1974 lui e il regista Reinhardt Hauff diventarono azionisti di maggioranza della Bioskop-Film, con la quale realizzarono gran parte delle loro opere. Fin dall’inizio della sua attività di cineasta, V. S. è stato coinvolto attivamente nella politica culturale: ha partecipato ai dibattiti sul finanziamento pubblico delle produzioni cinematografiche e tra il 1974 e il 1978 è stato membro del German Federal Film Board come rappresentante del Partito socialdemocratico.

Oltre che con i suoi film, V. S. si è spesso misurato col mondo dell’opera lirica. Nel 1974 diresse la messa in scena di Káťa Kabanová di Leoš Janáček a Francoforte; nel 1976 la produzione berlinese di We Come to The River di Hans Werner Henze e nello stesso anno – insieme a Mathieu Carrière – Zoopalast a Montepulciano. Nel 1981, sempre a Montepulciano, mise in scena Didon et Enée di Purcell e nel 1984 diresse La Bohème di Puccini a Francoforte.

  1. S. – e con lui il movimento del Nuovo cinema tedesco nel suo insieme – ebbe il suo primo successo commerciale con L’onore perduto di Katharina Blum (1975). Basato sul romanzo del Premio Nobel per la letteratura Heinrich Böll, V. S. co-sceneggiò e co-diresse il film con Margarethe von Trotta che fece così il suo debutto nella regia. Secondo Schlöndorff e von Trotta la Germania Ovest era caduta nell’isteria politica per le attività di un gruppo terroristico, la RAF (Rote Armee Fraktion). Sebbene Böll sia stato pesantemente attaccato dopo la pubblicazione del romanzo, sia il romanzo che il film ebbero un enorme successo nella Germania occidentale e in Europa. Il regista fece seguire a L’onore perduto di Katharina Blum l’altrettanto politico Colpo di grazia (1976). Basato su un romanzo dell’autrice francese Marguerite Yourcenar, il film è interpretato dalla von Trotta (che lo ha co-sceneggiato) nei panni di Sophie von Reval, una giovane aristocratica di sinistra che si schiera con la rivoluzione bolscevica dopo essere stata respinta da un giovane soldato tedesco che si preparava a combattere l’Armata Rossa nel 1919.
  2. S. ha poi collaborato al film antologico Germania in autunno (1978) in cui nove registi tedeschi (tra cui Rainer Werner Fassbinder, Alexander Kluge, Edgar Reitz con Heinrich Böll fra gli sceneggiatori) hanno realizzato cortometraggi che descrivono il caos politico nella Germania occidentale durante l’autunno del 1977, segnato da una tragica rimonta del terrorismo tedesco. Il film successivo di V. S. fu il più riuscito e ambizioso della sua carriera: Il tamburo di latta (1979) basato sul romanzo del Premio Nobel per la letteratura Günter Grass che per anni aveva rifiutato gli adattamenti proposti del suo libro fino a quando Schlöndorff non dette la propria disponibilità a realizzarlo. Interpretato da Angela Winkler, Mario Adorf e Daniel Olbrychski, fu ampiamente acclamato come un capolavoro al Festival di Cannes 1979 (ove condivise la Palma d’oro con Apocalypse Now di Francis F. Coppola) vincendo nel 1980 il Premio Oscar come miglior film in lingua straniera.Successivamente l’autore tedesco realizzò L’inganno (1981). Basato sul romanzo di Nicolas Born, il film affronta la politica e le lotte etiche dei fotografi di guerra, interpretati da Bruno Ganz e Jerzy Skolimowski come fotoreporter che coprono la guerra civile libanese a Beirut nel 1975.

Nel 1983 V. S. diresse un cast internazionale di star (tra cui Jeremy Irons, Ornella Muti, Alain Delon e Fanny Ardant) nella sontuosa coproduzione franco-tedesca Un amore di Swann, adattamento di uno dei capitoli del romanzo di Marcel Proust Alla ricerca del tempo perduto. Nel 1985 diresse l’adattamento cinematografico di Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller con Dustin Hoffman e a seguire Tutti colpevoli (1987), Il racconto dell’ancella (1990) e il pluripremiato Homo Faber (1991), coproduzioni tedesco-americane con attori di spicco. Nel 1992 lavorò con il critico cinematografico Hellmuth Karasek in Billy, How Did You Do It?, una formidabile serie TV in sei parti su e con il leggendario regista Billy Wilder.

L’orco-The Ogre, con John Malkovich, fu presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia del 1996 con recensioni contrastanti. Girato negli Stati Uniti anche il noir Palmetto-Un torbido inganno (1997) con Woody Harrelson ed Elisabeth Shue, senza grandi risultati di botteghino. Il successo di pubblico e il plauso della critica tornarono con Il silenzio dopo lo sparo (2000), un avvincente dramma sui terroristi di sinistra della Germania occidentale che trovarono rifugio nella Repubblica Democratica Tedesca degli anni ’70. Il film, in concorso al Festival di Berlino del 2000, ottenne l’Orso d’argento per le attrici protagoniste. Altrettanto successo ebbe il pluripremiato Il nono giorno (2004), un intenso dramma sull’Olocausto.

Strajk – Die Heldin von Danzig (2006) narra, drammatizzandola, la lotta nella vita reale di Anna Walentynowicz, una delle fondatrici del movimento operaio polacco Solidarność, cui fece seguito Ulzhan (2007), un dramma poetico ambientato nella prateria del Kazakistan che tratta del peculiare rapporto tra una donna nomade e un europeo stanco della vita.

Con Peter Greenaway e altri registi, V. S.  contribuì nel 2010 a Michael Nyman in Progress, un ritratto cinematografico del grande compositore e musicista. Due anni dopo il dramma sulla seconda guerra mondiale Calm at Sea, scritto e diretto da V. S., fu presentato in anteprima al Festival di Berlino. Anche il suo film successivo fu proiettato a Berlino e, ancora una volta, la storia – basata sull’opera teatrale di Cyril Gély – è ambientata nella seconda guerra mondiale: Diplomatie (2014) descrive una discussione (fittizia) tra il console generale svedese e il comandante dell’esercito tedesco di Parigi nel 1944, allorquando Hitler ordinò la distruzione totale della città. Ai Premi César 2015, Volker Schlöndorff e Cyril Gély ottennero il premio per la migliore sceneggiatura non originale.

Nel 2016 V. S. mise in scena la cerimonia commemorativa della battaglia di Verdun durante la prima guerra mondiale nel 1916, optando per una sorta di esibizione sperimentale: al ritmo dei tamburi dei francesi “Tambours du Bronx”, circa 3.000 giovani dalla Francia e 1.000 dalla Germania scesero dai boschi circostanti al cimitero militare, eseguendo una specie di danza della morte.

Nel 2017 sono usciti contemporaneamente due suoi lungometraggi: Ritorno a Montauk, una storia di relazioni dedicata allo scrittore Max Frisch, proiettato in concorso alla Berlinale (il film ebbe la sua seconda proiezione al Bif&st di quell’anno in presenza del regista); e l’acclamato film drammatico televisivo Der namenlose Tag, presentato in anteprima al Filmfest di Amburgo. Di recente V. S. ha realizzato due documentari: in Zeitzeugengespräch (2021) ha intervistato il sopravvissuto all’Olocausto Leon Schwarzbaum, morto lo scorso marzo a 101 anni; in The Forest Maker (2021) ha affrontato il problema della fame e della siccità in Africa coadiuvato da Tony Rinaudo, celebre agronomo australiano di origine italiana che ha inventato una tecnica per rigenerare gli alberi diventati secchi, con risultati straordinari.

Filmografia di Volker Schlöndorff

  • I turbamenti del giovane Törless (Der junge Törless, 1966)
  • Vivi ma non uccidere (Mord und Totschlag, 1967)
  • La spietata legge del ribelle (Michael Kohlhaas – Der Rebell, 1969)
  • Baal (Baal, 1970)
  • L’improvvisa ricchezza della povera gente di Kombach (Der plötzliche Reichtum der armen Leute von Kombach, 1971)
  • Fuoco di paglia (Strohfeuer, 1972)
  • La morale di Ruth Halbfass (Die Moral der Ruth Halbfass, 1972)
  • Una notte in Tirolo (Übernachtung in Tirol, 1974)
  • Il caso Katharina Blum (Die verlorene Ehre der Katharina Blum, 1975, co-regia)
  • Colpo di grazia (Der Fangschuss, 1976)
  • Solo per scherzo, solo per gioco (Nur zum Spaß, nur zum Spiel, 1977)
  • Germania in autunno (Deutschland im Herbst, 1978)
  • Il tamburo di latta (Die Blechtrommel, 1979)
  • L’inganno (Die Fälschung, 1981)
  • Un amore di Swann (Un amour de Swann, 1983)
  • Morte di un commesso viaggiatore (Death of a Salesman, 1985)
  • Tutti colpevoli (A Gathering of Old Man, 1987)
  • Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale, 1990)
  • Passioni violente (Homo Faber, 1991)
  • L’orco – The Ogre (The Ogre, 1996)
  • Palmetto – Un torbido inganno (Palmetto, 1998)
  • Il silenzio dopo lo sparo (Die Stille nach dem Schuss, 2000)
  • Il nono giorno (Der neunte Tag, 2004)
  • Strajk – Die Heldin von Danzig (2006)
  • Ulzhan (2007)
  • La Mer à l’aube (2011)
  • Diplomacy – Una notte per salvare Parigi (Diplomatie, 2014)
  • Rückkehr nach Montauk (2017)
  • The Forest Maker (2021)
  • Zeitzeugengespräch (2021)
  • Der namenlose Tag (2021)

Quel che Volker Schlöndorff disse del Bif&st nella sua masterclass del 2017

«Questo festival mi ricorda la Cannes degli anni d’oro»

L’ultima masterclass del Bif&st 2017 al Teatro Petruzzelli fu tenuta da Volker Schlöndorff che il 19 aprile ricevette il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence. Prima dell’incontro, moderato dal critico Enrico Magrelli, fu presentata l’ultima opera, in quel momento, del regista tedesco, Return to Montauk, proiettata per la prima volta in Italia con grande successo dopo l’anteprima mondiale al Festival di Berlino. “Se è andato bene qui a Bari vorrà dire che piacerà dappertutto”, sostenne l’autore parlando perfettamente in italiano anche per aver vissuto a lungo nei dintorni di Firenze.

 

“Nel 1966 ero a Cannes con il mio primo film, I turbamenti del giovane Törless – aggiunse Schlöndorff – e lì conobbi tra gli altri Roman Polanski, Andrzej Wajda ma anche registi brasiliani e argentini: c’era un’atmosfera fantastica, ci sentivamo tutti una grande famiglia. La stessa atmosfera che ho ritrovato qui al Bif&st che mi ricorda la Cannes degli anni d’oro”.